Meccanismi evolutivi di evitamento delle malattie e la rappresentazione della disabilità fisica

BACKGROUND E RAZIONALE

Il seguente studio si propone di indagare la relazione tra i meccanismi evolutivi di evitamento delle malattie e la rappresentazione della disabilità fisica. Punto di partenza è l’indagine condotta da Meloni, Federici & Bracalenti nel 2012 che ha parzialmente confermato l’esistenza di un meccanismo cognitivo dominio-specifico alla base della costruzione culturale del modello medico di disabilità. L’indagine sull’esistenza di tale meccanismo si basa sui risultati di precedenti studi che mostrano come sia presente una forte associazione implicita tra la disabilità e i concetti di “malattia” e “spiacevolezza” (Federici & Meloni 2009) e un meccanismo evolutivo di evitamento delle malattie che risponde euristicamente a caratteristiche fisiche anomale (Park, Fullkner, & Schaller, 2003). Dal momento che le malattie contagiose sono spesso accompagnate da segni fisici e/o comportamentali, simili a quelli presenti in una condizione di disabilità fisica, è plausibile supporre che negli esseri umani si siano evoluti meccanismi psicologici volti al riconoscimento immediato di tali caratteristiche, attivando di conseguenza specifiche emozioni, cognizioni e comportamenti.

OBIETTIVO DELLO STUDIO

Replicare lo studio precedentemente condotto da Meloni, Federici e Bracalenti (2012) per indagare la presenza di meccanismi cognitivi sottostanti le rappresentazioni di disabilità. Nello specifico si vuole ricercare una correlazione tra l’associazione implicita della disabilità con le dimensioni proprie del modello medico di disabilità (malattia/spiacevolezza) e la vulnerabilità percepita alle malattie valutata con il Perceived Vulnerability to Disease Scale (Duncan et al., 2009) e il grado di sensitività al disgusto valutato tramite il Disgust Scale Revised (Olatunji et al., 2009; Olatunji et al., 2007).

TIPOLOGIA STUDIO

Osservazionale, non interventistico, per campionamento trasversale (cross-sectional). Verrà adottato un disegno sperimentale tra i soggetti (between-subjects), di tipo controllato e randomizzato.

POPOLAZIONE IN STUDIO

I partecipanti saranno reclutati tra gli studenti dell’Università degli Studi di Perugia escludendo il Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione.
Il campione previsto è di 160 adulti, maschi e femmine, equamente distribuiti, con un’età superiore ai 18 anni. La numerosità del campione è stata determinata svolgendo un’analisi di potenza a priori, tenendo conto del disegno di ricerca multifattoriale comprendente due variabili indipendenti a due livelli (il tipo di priming somministrato e l’ordine di presentazione dei test IAT). Il calcolo statistico effettuato ha considerato una soglia minima della potenza dello studio (power = .80), una significatività degli effetti a p = .05 e una media dimensione dell’effetto nella popolazione. Il calcolo ha determinato un campione minimo di 128 soggetti, da noi ampliato a 160 considerando l’eventuale presenza di dati aberranti o anomali (outlier).

CRITERI DI INCLUSIONE/ESCLUSIONE

Criteri di inclusione:

  • età compresa tra i 18 e i 35 anni;
  • comprensione della lingua italiana scritta;
  • consenso alla visione di un video con immagini e suoni con una forte valenza emotiva negativa che potrebbero turbare, offendere o infastidire la sensibilità del partecipante.

Criteri di esclusione:

  • età inferiore ai 18 anni o superiore ai 35 anni;
  • non comprensione della lingua italiana scritta;
  • mancato consenso alla visione di un video con immagini e suoni con una forte valenza emotiva negativa che potrebbero turbare, offendere o infastidire la sensibilità del partecipante;
  • non compilazione del questionario socio-anagrafico;
  • frequenza ai CdS del Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione dell’Università degli Studi di Perugia.
  • DURATA DELLO STUDIO

L’inizio dello studio è previsto per gennaio 2019 e avrà una durata di 12 mesi.

QUESTIONI ETICHE

Parere favorevole del Comitato Universitario di Bioetica di UNIPG su protocollo n. 2018-26R del 14 gennaio 2019.